domenica 5 agosto 2007

Jeanne Immink (1853 Amsterdam, 1929 Milano): la prima donna sul IV° grado

Jeanne sulla piccola di Lavaredo, 1893.
Foto di Theodor Wundt, fonte wikipedia


Siccome noi “ginnaste alpine”dopo una scalata difficile siamo spesso oggetto di maldicenze, vorrei soltanto osservare di non essere mai stata issata in nessun punto come uno zaino attaccato alla corda.” (estratto da: “Drei Zinnen, Menschen-Berge-Abenteuer” di Helmut Dumler; casa editrice Bruckmann, Monaco, 1986)
(fonte Provincia Autonoma di Bolzano)

Colta, poliglotta, inquieta e, per i suoi tempi, dal comportamento non proprio irreprensibile, la troviamo prima in Transvaal insieme al marito Kerel Immink, poi in India insieme ad un ufficiale inglese e per finire in Svizzera con un figlio illegittimo da allevare. Non per nulla mantenne sempre un grande riserbo sulla sua vita privata: di lei si sapeva soltanto che era originaria di Amsterdam e poco di più. La sua prima biografia , scritta da Harry Muré, è stata pubblicata nel 2003 con il titolo: "Het mysterie van Jeanne Immink - De vrouw die naar de wolken klom." (il mistero di J.I. - la donna che arramipcava verso le nuvole).

Fu in Svizzera che "l'Olandesina" iniziò ad andare per monti, interesse nato in India durante le chiacchierate con ufficiali e scalatori inglesi ai piedi dell'Himalaya. Veloce e resistente, capace di fare 2.500 metri di dislivello al giorno, salì diversi 4.000 nei dintorni di Zermatt, fra i quali Cima Dufour (m.4.633).

Polemica e con atteggiamenti femministi, non perdeva l'occasione per sottolineare che mai si era fatta trascinare sulle cime dalle guide.

Diventata famosa sia a Zermatt che a Cortina, le guide si disputavano l'onore di averla in cordata: il suo nome faceva pubblicità al turismo nascente.

Fu una delle prime donne a liberarsi di gonne e sottogonne, e ad arrampicare vestita da uomo; usava guanti di camoscio per preservare le mani e una particolare cintura con anelli di metallo dove far passare la corda, per evitarne l'attrito con le cosce, creando una specie di imbrago ante litteram.

Fece scalpore la sua ripetizione della salita alla famosa Punta delle cinque Dita, in Sassolungo, che era costata più di 30 tentativi prima del successo, nel 1890, di Luigi Bernard, Robert Hans Schmitt e Johann Santner, e che era considerata, per il tempo, estremamente difficile; altrettanto celebre la sua conquista della parete nord della Cima Piccola di Lavaredo, nel 1893: la prima donna in assoluto a salire un IV grado.

Famosa la fotografia che la ritrae durante la salita alla Piccola di Lavaredo, opera di Theodor Wundt, alpinista, fotografo e produttore tedesco che con le sue pubblicazioni contribuì moltissimo a propangandare l'alpinismo.

Morì a Milano nel 1929.

Poco nota nel suo paese, qui in Italia le venne dedicata una splendida cima: Cima Immink nelle Pale di San Martino.


"Ha una
tenacia incredibile, un’intrepidezza audace, è un esempio luminoso."

(Theodor Wundt, op.cit)

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