domenica 2 dicembre 2007

Non è colpa mia!

Giotto_-_Scrovegni_-_-43-_-_Justice

Giotto - La Giustizia - Cappella degli Scrovegni (Fonte Wikimedia Commons - copyright expired)


Leggo sul quotidiano Alto Adige di oggi questo trafiletto:

"La Provincia deve farsi carico della tutela di chi frequenta un sentiero pericoloso. In caso contrario potrebbe essere chiamata a rispondere penalmente e civilmente di un eventuale incidente. E' il pensiero, rivoluzionario, espresso dal PM Pasquale Profiti nella richiesta di archiviazione dell'inchiesta per la morte di Beatrice Gasperetti, la donna di Molveno centrata ed uccisa da un sasso nel giugno del 2006 mentre percorreva il sentiero 304, quello che porta al rifugio Croz dell'Altissimo, ai piedi dell'omonima parete del Brenta.

Le argomentazioni del magistrato vanno a minare alla base una regola non scritta per chi affronta il terreno montano: la consapevolezza del rischio insito nella frequentazione della montagna. Per il pm quell'incidente fu una tragedia annunciata, anche se oggi risulta impossibile determinare eventuali responsabilità"

Di giurisprudenza ne capisco su per giù come la mia gatta quindi non sono in grado di stabilire su quali norme si basi l'argomentazione di Profiti. Qualcuno ne sa di più e mi illumina?

La cosa però mi preoccupa non poco: potrebbe portarsi appresso una cascata di ripercussioni. Com'è possibile manutenere i sentieri in modo da evitare ogni possibile incidente? Evitare che si stacchino macigni dalle pareti? Che qualcuno si inciampi in un sasso, si distorca una caviglia in un buco? Di chi è la responsabilità del crollo di Cima Una, per esempio? Quale ente pubblico sarebbe disposto ad assumersi la colpa di ogni possibile incidente capitato in montagna? Esagero? Ho capito male?

Già mi immagino la chiusura di innumerevoli sentieri, una pioggia di divieti, la richiesta di liberatoria da firmare da qualche parte prima di avventurarsi per monti. Oppure cartelli ovunque che recitano "sentiero non collaudato da percorrersi a proprio rischio e pericolo". Oppure tante belle stradicciole pavimentate, lisce, asfaltate e con solidi parapetti o corrimani.

Mi piace poco questa americanizzazione della società per la quale la colpa di quel che ci capita è sempre di qualcun altro al quale chiedere sostanziosi risarcimenti. Bisogna che ci sia sempre qualcuno che si occupi di noi, che ci eviti ogni imprevisto, che banalizzi ogni esperienza, che addomestichi la realtà. Che ci eviti di essere responsabili di noi stessi e di usare la testa.

PS: ma Profiti, in montagna, c'è mai andato?

2 commenti:

  1. qui da noi, in Piemonte, non si può più salire nemmeno a piedi dalla pista sterrata che porta all'Alpe Veglia. anche lì, un giorno è caduto un sasso ed ha sfiorato un'escursionista. salgono i margari con le loro bestie, i guardiaparco con le jeep e, mi sembra, dei fuoristrada che fanno da navetta.
    io a piedi ci sono salita. se mi becco una pietra in testa, cavoli miei! allora perchè non vietiamo tutte le strade al traffico? sai, con tutti i morti per incidenti che ci sono stati...
    stiamo diventando un paese di rimbecilliti!

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  2. Infatti, Marzia! Credo che divieti e quant'altro, che nessuno potra' mai far rispettare, servano solo per scaricare le responsabilita'. Ti e' caduto un sasso sul crapone? Io te l'ho detto che vai a tuo rischio e pericolo eh.

    Cosa che dovrebbe essere OVVIA, IMO.

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