giovedì 24 gennaio 2008

Eravamo più contenti

Val di Non

Ancora uno stralcio dal libro di cui parlavo qui:

"Parlano di progresso: io fino a un certo punto lo vedo anche, però passato quel punto vedo regresso. E' una cosa che non sono capace di comprendere... Non ho mai saputo quel che vuol dire fame. Sono nato in una famiglia di contadini: carne, latte, burro, formaggio ne abbiamo sempre avuto; patate anche in tempo di guerra se ne faceva in più e si cercava di vendere. Vivevamo noi, fino a vent'anni che sono stato in casa dei genitori, non voglio esagerare, ma vivevamo al 95% in maniera autonoma, si viveva del nostro.

I vestiti, lì poi non se ne parla: calzetti, maglie, canottiere, tutto si faceva in casa, dalla pecora. Coltivavano anche il lino le nostre mamme, un bel campo grande di lino. Da lì si facevano la biancheria, le lenzuola, tutto in casa. Avevamo un telaio vecchio lì vicino a casa: facevamo i pantaloni di mezzalana, mista col lino, pantaloni che duravano una vita, che mettevamo da ottobre ad aprile: non si vedevano più consumati. Facevano anche dei bei vestiti per la festa, con diverse tinte, e tinte sempre naturali che si facevano con radici e con fiori. [...]

Le nostre mamme ricordo che compravano qualche chilo di zucchero, qualche etto di caffè buono, che lo adoperavano proprio per il mal di pancia, qualche litro di olio e basta, non si comprava altro, il resto si faceva tutto in casa. Sono arrivato a vent'anni che non si sapeva neanche com'erano i soldi, le lire. Dopo sì, dopo c'era la ricostruzione della guerra, dopo è cambiato un po', si cominciava a lavorare anche fuori casa: un po' il contadino, un po' a tagliare nei boschi, si è cominciato a metter su qualche cosa, ma fino a vent'anni io non sapevo neanche com'erano fatti i soldi; non che non abbia lavorato, perché si è cominciato ancora con undici anni a lavorare in campagna, ma lire... si lavorava per il vitto: niente da fare, non ce n'era. Eravamo più contenti che i nostri figli oggi, che hanno tutto: questa è una cosa che a me pesa tanto."

Marino Iachelini, nato a Rabbi, 1927. Pastore, malgaro, contadino in un'intervista concessa a Marco Romano il 14 novembre 1995

fonte: Marco Romano, "Quella era la vita allora - I racconti degli anziani di Fondo, Tret e Vasio - Storia, tradizioni e cultura in una comunità alpina" edito dal comune di Fondo (val di Non, Trentino) nel 1996 e ristampato da Nitida Immagine a Cavareno nel 1997.

7 commenti:

  1. anch'io oggi parlo delle cose di una volta, di tutto quello che veniva autoprodotto e che rendeva, non come adesso...

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  2. Parlano di progresso: io fino a un certo punto lo vedo anche, però passato quel punto vedo regresso..... Grande. Ogni tanto a qualcuno dico che forse avremmo dovuto avere il coraggio di fermare il mondo. Probabilmente non si può definire in assoluto il periodo più bello, quello è anche legato al contesto ed alle esperienze individuali. Lo so, sono utopie, forse anche un po' stupide, certo è che sono molto preoccupato per ciò che stiamo consegnado alle nuove generazioni, per ciò che comunque non vedranno più. Ecco perchè a mia figlia Irene non rinuncio a trasmettere e a far conoscere nulla di tutta quella che è stata la vita dei suoi antenati. Cittadina del mondo ma con le radici ben piantate nella conoscenza della sua cultura.

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  3. importanti le radici, molto importanti.

    quando trovo qualcuno che ci si riconosce, che ha radici simili, mi pare di incontrare un parente: non c'e' bisogno di spiegare quasi niente, capisce al volo. Fantastico :)

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  4. Francesco quoto e straquoto il tuo ultimo post ;)

    Misty

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  5. Molto interessante!
    Forse ti interessa partecipare al lancio pubblico di un progetto europeo in cui anche io sono coinvolto.
    Tra due giorni!!!

    Vedi
    http://www.livememories.org/News.aspx?id=23

    A presto, spero!

    Paolo

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  6. paolo, questo lavoro lo conoscete vero?
    http://www.comune.mezzolombardo.tn.it/informa/s_tarter/tesilaurea.htm

    ( http://tinyurl.com/6ptfdt )

    mi interesserebbe ficcanasare il 20 ma dubito di poterlo fare. intanto faccio un post sul blog, magari qualcuno lo legge e ficcanasa al posto mio

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