giovedì 27 maggio 2010

Ma che simpatico!

Summit Lhotse 169[1] Summit Lhotse (fonte: sito ufficiale di Tamara)

Premesso che per default non metto la mano sul fuoco su quanto riportano i giornalisti, però, cavolo, il buon Reinhold Messner in questa breve intervista comparsa ieri sull’Alto Adige, appare simpatico come una zitella acida. A proposito della vetta del Lhotse di Tamara Lunger, il nostro inizia benissimo commentando:

A Tamara vanno tutto il mio rispetto e i miei complimenti». 

Però, secondo quanto riporta il giornalista, dopo aggiunge:

«Pochi giorni fa è salito sull’Everest un tredicenne: l’Everest e il Lhotse tecnicamente non presentano grandi difficoltà e con le corde fisse sono quasi come una ferrata. Di alpinistico c’è poco, di esplorativo più nulla». Polemico? «No, la mia è solo la presa d’atto di una situazione».

Eh, mai più nessuno come lui, perché adesso è tutto diverso. Cosa vuoi che sia, in fondo, il Lhotse, quasi una ferrata come tante.

Caro Reinhold, era molto più gradevole se ti fossi fermato alla prima frase, tutto il resto hai avuto modo di dirlo più volte in altre sedi. Quel po’ di acido sulla festa di Tamara potevi proprio risparmiarlo.

(in questo momento Tami è in home page sul sito di Repubblica)

mercoledì 26 maggio 2010

BRAVA Tami!

Il guiness dei primati da riscrivere, per la pagina Lhotse: Tamara Lunger, la nostra Tami, ce l’ha fatta: è la più giovane alpinista arrivata sulla cima.

R0013200[1]

Tami (fonte, il blog ufficiale di Tamara)

Dopo un primo tentativo andato male per problema fisici, suoi e dello Sherpa che saliva con lei, ci ha riprovato domenica scorsa: partiti a mezzanotte dal campo 3, alle 10,23 locali erano in vetta.

Salita dalla via normale, per gli ultimi metri ha dovuto usare l’ossigeno per un principio di congelamento ai piedi.

«La cima è molto esposta - ha raccontato Tamara Lunger al sito specializzato montagna.tv - e l’ultimo tratto roccioso è molto pericoloso. Non ci si può permettere di fare errori. Ma il tempo è stato bellissimo. Sono felice di aver fatto il mio primo ottomila, ho imparato molto da questa esperienza*».

* fonte Quotidiano Alto Adige di oggi. Domani, quando sarà accessibile gratuitamente, linkerò l’articolo intero, più corposo delle note di montagna.tv

Link all’articolo del quotidiano Alto Adige

Summit Lhotse 159[1]

domenica 23 maggio 2010

Mai più senza!

Cazzeggio libero su questo blog, da un po’ di tempo. Ma sempre In Topic, eh. Per chi non riesce a rinunciare ai crozi nemmeno in città, per poter rispondere “son stato su per i monti” senza mentire anche dopo un fine settimana di telecomando:mountain-couch3[1]

mountain-couch2[1] mountain-couch[1] 

Divano e poltrona modello Montanara di Gaetano Pesce. (fonte: freshome)

Mai più senza!

venerdì 14 maggio 2010

Problemi? basta dirlo!

“Scusi, è suo un gatto a macchie bianche rosse e nere?”

DSC_8071-1

Intende questo gatto? “Si, ecco, proprio questo gatto. Mi mangia i miei pesci.” Le cosa? I suoi pesci? che pesci? “Sa, nel giardino ho scavato un laghetto e ci ho seminato alcuni pesci.”

Ecco da dove arrivavano i poveri resti squamosi trovati più volte sullo zerbino: dal laghetto del Vicino! Faccio la finta tonta: davvero? il mio gatto, è sicuro?

“Non so se è suo, comunque proprio quel gatto lì. Ha una fissazione per i miei pesci, la mattina alle 7 quando apro le finestre è già lì che pesca; e anche quest’inverno, se ne stava ore sul ghiaccio a osservarli in trasparenza”

Mi pare di vederla, che cerca di catturare i pesci che le si muovono sotto le zampe, cercando di studiare il metodo migliore per acciuffarli. Immagino la scena e trattengo a stento le risate.

Ma li prende, i suoi pesci? “Come no! a inizio primavera ce n’erano 8, adesso ne è rimasto uno!”

Non ne avevo ancora trovati, tranci di pesce rosso sulle scale, quest’anno: ha ricominciato a mia insaputa, la bastarda!

Mi spiace molto, signor Vicino, davvero! Non so come rimediare, le posso pagare i danni se mi permette. “Ma no, che danni! Lo so che i gatti sono fatti così, mi spiace solo per i miei pesci povere bestie. C’è poco da fare, lo so, ma volevo dirglielo.” 

ESC_7835

Nonostante mi scappi da ridere, ho un moto di empatia verso il mio vicino, che non vuole risarcimenti, non pretende niente, vuole solo farmi parte della morte dei SUOI pesci. Per colpa del MIO gatto. Ma, davvero, non so cosa farci. La mandi via, la spaventi, la prenda a scopate, la innaffi con l’irrigatore ogni volta che la vede, i gatti odiano essere bagnati; altre idee non me ne vengono. Lei ha qualche suggerimento da darmi?

Davvero, che possiamo farci? Se ne discuteva la sera a cena, fra il serio e il faceto, la colpevole beatamente stesa poco lontano con le orecchie ben tese, come sempre quando si parla di lei. Gli pago l’installazione di una retina sopra al laghetto, gli compro un pescecane, una cupola di cristallo, cazzarola, che diavolo si può fare per salvare il suo ultimo pesce? E tu, gattaccia, hai bisogno di mangiare i pesci del prossimo? Vai a pescare al parco invece che dal signor Vicino se proprio non puoi farne a meno! E adesso come facciamo per quel pesce? Lei, seccata dal mio tono, si alza, si stiracchia, infila la gattaiola e se ne va.

Mezz’ora dopo bussa il mio coinquilino: mi porta delle carte, scambiamo quattro parole, e poi mi fa: “ah, quasi mi scordavo, dovesse interessarti c’è un pesce morto sul tuo stuoino”

“Tante storie per uno stupido pesce!?! Ecco fatto. Adesso posso tornare a dormire?”

venerdì 7 maggio 2010

Liberiamo l’Altopiano delle Pale

 IMG_8450_2[2]

Altopiano delle Pale di San Martino

Il Saltamartin di San Martino di Castrozza mi ricorda un cosuccia che io colpevolmente non ho ancora segnalato; ma non sto a contarvela lunga, se ne parla ovunque: leggete la storia sul sito del saltamartin, che ha raccolto diverse voci in proposito.

Poi, se volete, leggete l’indignazione dell’editore/montanaro Luca Visentini sul sito “iBorderline*” e spedite qui (in mail) un autografo da aggiungere alla raccolta di firme se volete indignarvi con lui:

747 firme per ora.
Forza, dobbiamo arrivare a 1000!

* iBorderline è la nuova pelle del noto sito, rivista, blog Intraisass

10/05/10

Stef/San Tommaso nei commenti mi chiede (giustamente) le fonti. Eccone alcune:

Il Gazzettino; articolo a firma Dario Fontanive del 14 aprile u.s.
qui una foto del progettato manufatto

DI seguito le reazioni:
Il Corriere delle Alpi:
Bivacco, il Cai boccia il progetto 22 aprile 2010
Firme contro il bivacco 23 aprile 2010
Bivacco, aut-aut del sindaco 24 aprile 2010 
Il Trentino:
Un bivacco sulle Pale, il Cai insorge 25 aprile 2010

giovedì 6 maggio 2010

Stasera brindo

ESC_4337

La Marmolada scendendo dalla Forcella Pordoi

Dal quotidiano Alto Adige di ieri:

”Condannato per i lavori in Marmolada

Alto Adige — 05 maggio 2010   pagina 15   sezione: CRONACA

  BOLZANO. La Cassazione ha confermato la condanna per lavori non autorizzati sul ghiacciaio della Marmolada. La notizia della sentenza, emessa il 22 aprile, è stata diffusa ieri dall’associazione ambientalista Mountain Wilderness Italia. Gli imputati erano ricorsi al terzo grado di giudizio, perchè condannati in appello a Trento il 24 giugno 2009, dopo la prima condanna dal Tribunale di Trento (sezione distaccata di Cavalese) il 4 febbraio 2008, con sentenza depositata l’11 marzo dello stesso anno.

Si tratta del bolzanino Mario Vascellari, presidente della società Funivie Tofane-Marmolada spa e Luciano Soraru, caposervizio degli impianti sciistici della Marmolada, imputati perchè «in concorso tra loro realizzavano, senza autorizzazione, la pista di cantiere nel ghiacciaio della Marmolada che porta a Punta Rocca, area di interesse pubblico e area Sic (Sito d’interesse comunitario) alterando la bellezza naturale del ghiacciaio». 

«La sentenza della Cassazione - sostiene Mwn - costruisce un nuovo percorso nella tutela dell’ambiente in quanto innova la lettura qualitativa del paesaggio. Altro passaggio fondamentale, che non solo consolida, ma anche costruisce nuova giurisdizione, sta nell’accettazione dell’associazione Mountain Wilderness come parte civile, con un risarcimento danni confermato in 25.000 euro».  La stessa associazione ha avuto il diritto di costituirsi parte civile a nome della Provincia autonoma di Trento, a cui così è stato riconfermato il risarcimento di 50.000 euro di danni. In sostanza la Cassazione ha reso definitiva la condanna a sei mesi di reclusione inflitta dalla Corte d’appello di Trento per lo sfregio in Marmolada. L’intera condanna risulta condonata. «Si tratta di una importante vittoria giudiziaria e politica» - commentò Mountain Wilderness. «Con questa sentenza, per la prima volta in Italia, vengono sanzionati precisi reati paesaggistici e specialmente viene riconosciuto ad una associazione ambientalista il diritto al risarcimento morale.”

N.B.: dell’articolista anche i refusi ;)

Ne avevo già parlato qui: distruzione e deturpamento di bellezze naturali? 2000 euro e amici come prima
E qui: Distruzione ideale
E qui: Marmolada ferita

Si, sono come un cane mastino e ho buona memoria per certe cose.

E’ di questi giorni a Bolzano una raccolta di firme promossa dal signor Vascellari contro l’ampliamento della clinica Bonvicini alle pendici del Guncina. A prescindere dal si o no all’ampliamento, del quale si sta ancora questionando in città e sul quale non voglio discutere qui (una controraccolta ha collezionato più di 3.000 firme a favore dell’ampliamento contro le 171 contrarie), faccio notare che Vascellari, che si dichiara “ambientalista, non ideologico*”, si muove preoccupato per lo scempio ambientale e per la salvaguardia della montagna e del quartiere. E della sua villa poco distante of course.

marmolada4-vi[1]L’ambientalismo del Vascellari lo si può arguire dalla vicenda di cui sopra e da quella del discusso progettato resort di Malga Ciapela, di cui ho parlato qui (mi cito): “100 appartamenti, 54 casette per 248 stanze, centro wellness, centro congressi, shopping centre e quant'altro per circa novantamila metri cubi. […] Tonnellate di cemento avulse dal territorio, dove nulla avrà a che vedere con la cultura delle Dolomiti; un villaggio che proporrà atmosfere, menu, divertimenti e personale intercambiabile con un qualsiasi altro "non luogo" del turismo asettico, come li chiama Franco de Battaglia nel suo accorato articolo sul quotidiano Alto Adige di oggi (gennaio 2009. N.d.f.).

Un Sharm el Sheick in Marmolada, difficile da riempire e quindi sempre in saldo, con la clientela sempre meno scelta e sempre meno attenta.”

Non è il primo e non sarà l’ultimo che cambia fronte e definizioni a seconda del proprio interesse, ma più che ambientalismo non ideologico lo definirei ambientalismo opportunista. Cato pro domo sua, in sostanza. Sarebbe però più limpido non vestirsi delle piume del pavone.

* quotidiano Alto Adige del 25 marzo 2010, pagina 21 

link:
gennaio 2009
JENNER MELETTI su Repubblica on line:
La battaglia della Marmolada

Franco de Battaglia, Alto Adige
Così si distrugge l’anima della montagna

mercoledì 5 maggio 2010

Fame d’erba

Che il TrentoFilmFestival sia in pieno svolgimento non c’è bisogno che ve lo dica io, immagino.

Vorrei segnalare un paio di film, di quelli che sicuramente non vincono la Genziana d’oro, che però secondo me meritano un’oretta del nostro tempo. Il primo è “Fame d’erba”.

image

Un fotogramma dal trailer rubato dal sito del FilmFestival

Questa la scheda del film:

 “I pastori transumanti sono allevatori di ovini che ricorrono, ancora oggi, alla mobilità come sistema di sostentamento e produzione. La loro transumanza, protratta per tre stagioni e condotta ancora per intero a piedi, è una peculiarità del Triveneto che non ha eguali in Italia. I transumanti sfruttano esclusivamente le risorse naturali e marginali reperibili sul territorio, senza che gli animali ricevano integrazione alimentare. Molti pastori sono giovani, hanno il piglio degli imprenditori, si destreggiano nel traffico o alla guida di grossi pick-up, eppure continuano a praticare un mestiere antichissimo, seguendo spesso la tradizione di famiglia. Questo filmato vuole regalare uno spaccato su un mestiere che molti considerano scomparso, sullo stile di vita e sui saperi dei suoi protagonisti.”

Divieti di transito, molti obblighi, pochi diritti, come se la società arricchita li avesse in gran fastidio.

Regia di Valentina De Marchi - Proiezione l’08/05/2010 15:30 - Cinema Modena 1. – Durata 33 minuti

A parte l’opinabile “peculiarità del Triveneto che non ha eguali in Italia”, cercherò di esserci.
Qui il trailer, la scheda del film, la biografia della regista, la trama.

Subito a seguito: “Genius loci – Lo spirito del luogo in Alto Adige”. 

imageFotogramma dal trailer

Ogni luogo che nella storia sia stato abitato dall'uomo ha una sua particolare energia. Quest'aura è il capolavoro dell'infaticabile spirito del luogo, creatore di mentalità, credenze, memorie, leggende, l’atmosfera che lo rende unico e speciale. L'aura che proviene dal passato è il paesaggio e il mondo interiore di una comunità. E’ ciò che alcuni ancora sentono vivo, ma che talvolta faticano a riconoscere nel rapido cambiamento che caratterizza la vita in questo periodo storico. Identificare lo spirito di un luogo, o di una destinazione, non è semplice. Prevede un percorso culturale sia da parte del viaggiatore sia da parte dei residenti, un’indagine che miri a comprendere i segni, manifesti e nascosti, delle culture locali, le loro peculiarità, il loro intreccio, le loro problematiche.”

Soggetto e regia di Duccio Canestrini, antropologo, viaggiatore, studioso dell’homo turisticus, scrittore, spatuzzo… insomma un tizio sufficientemente svitato da concedergli i 28 minuti della durata del film. Poi tanto son già lì e fuori probabilmente starà piovendo, quindi why not?

Domani 6 maggio invece, alle 17,30, Alpini.

imageFotogramma dal trailer

Il film ripercorre la tormentata storia del secolo scorso nel Nord Italia dal punto di vista di uno dei maggiori scrittori italiani, Mario Rigoni Stern. In questa sua ultima testimonianza, lo scrittore ci accompagna nella scoperta dell'immaginario dei "montanari" dell'Altipiano di Asiago. Gli Alpini di cui parla non sono solo gli alpinisti, ma anche i militari delle truppe italiane alpine in cui Rigoni Stern ha prestato servizio, diventando uno dei simboli, in Italia, delle dure prove vissute tra il 1937 e il 1945. Il film inizia seguendo la scia di alcuni giovani studenti di un liceo francese che partono in gita per andare a incontrare lo scrittore sull'altopiano di Asiago. Un viaggio di scoperta che si trasformerà in un viaggio nel tempo.”
Regia di Jean Francois Neplaz – proiezione il 06/05/2010 17:30 - Cinema Modena 1 – Durata 60 minuti.

E in questo caso non credo di dover spiegare perché ci terrei a vederlo.

Salvo inconvenienti domani cerco di fare, prima, un salto al tendone di Montagna libri.

Ho comprato 3 mensole nuove la settimana scorsa quindi, non dovessi tornare, sapete dove cercarmi ;)

martedì 4 maggio 2010

Piselli di Mendel e immortalità dell’acqua*

(Equipaje, la prima parte della storia la sai già ;)

Ho avuto per diversi anni una peonia arborea, color rosa pieno, splendida per 5 giorni all'anno.

peonia arborea

IMG_3900 Quando era in piena fioritura di solito pioveva (ci dev'essere un rapporto causa/effetto che mi sfugge), e quindi i fiori si rovinavano in un batter d'occhio; appena sfiorita e per il resto dell'anno pareva una scopa: un ciuffo di foglie in cima e il resto pelatissimo.

peonia arborea

Il mio babbo ne era molto orgoglioso, al punto da mettere ai fiori il cappuccio di nylon per ripararli dalla pioggia (sempre), uscendo sotto l'acqua come fosse una questione di importanza nazionale; se la pianta fosse più bella con 12 fiori fradici o con 12 sacchetti del supermercato, è questione in famiglia ancora dibattuta.

Pur in luogo non adatto a una arborea, troppo ombroso, è vissuta più a lungo di lui; ma quando è mancata anche la mamma, si è arresa. Secca, stecchita, amen.

Però quel bastoncino verde e striminzito lì, che occhieggia sotto la rosa, non pare una peonia arborea? Che prima di morire abbia figliato? Non è facile per le arboree. Mah, vedremo, se son peonie, fioriranno!

E l’anno scorso è fiorita. Uno solo ma enorme. Bianco.

Diavolo, nata da seme, li ho visti (e anche raccolti, qualcuno volesse provare **). Autofecondato probabilmente. E com’è che è bianca? Mendel e i suoi piselli che ne dicono? Mah, sarà rosa pallido… poi sai, forse la gran pioggia ha dilavato il colore.

E quest’anno è rifiorita. 2 fiori, enormi. Rosa pallido un tubo, bianchi che più bianchi non si può.

Almeno, a me sembran bianchi, e a voi?

IMG_1171

IMG_1176-1 IMG_1177_2

IMG_1174-1

Bianca, vero? Non posso uscire a controllare, perché piove. A catinelle.

Egregio signor Mendel, lei e i suoi piselli, che ne dite? Il colore è andato per i fatti suoi, ma il gene della pioggia, quello è passato in pieno alla generazione successiva. Ho avuto grazia di vederla fiorita nel pieno del suo splendore per la bellezza di giorni 1, dopo di che il diluvio.

Quasi quasi esco a metterle in testa un paio di sacchetti della Despar, che vi pare?

*  citazione da:copj13[1] ** Equipaje, teressa?

sabato 1 maggio 2010

Rosso

Terre basse chiama, Terre alte risponde:

trauttmansdorff

Trauttmansdorff

Trauttmansdorff

Trauttmansdorff

Trauttmansdorff

Trauttmansdorff

Un buon motivo per tornare a postare dopo un lungo silenzio: aprire il blog e sembrarmi ogni altro argomento troppo stupido era tutt’uno.

Posto solidarizzando con i commessi dei supermercati bolzanini in sciopero, che rivendicano il diritto al riposo e contestano le troppe deroghe alla chiusura festiva concesse dal comune: oggi i negozi potevano aprire e le grandi catene l’han fatto.